Credo che la musica sia una delle medicine più efficaci che esistano. Per chi la fa e per chi l’ascolta. Lo penso mentre, seduto nel teatro dove si svolge il concerto della scuola di musica, ascolto un signore di ottant’anni che, sulla sedia a rotelle e con un cappello con brillantini sulla testa, canta Lucio Dalla.
Lo penso mentre un bambino di 5 anni soffia in un sax alto quasi quanto lui e si guarda intorno emozionato ogni volta che riesce a emettere una nota. Lo penso mentre guardo Tommaso suonare con la sua band una versione acustica di uno dei brani più famosi dei DNCE. Guardo le dita muoversi agili, quelle dita di solito impacciate. Guardo la luce che ha negli occhi mentre nel suo habitat naturale (il palco) si scambia sguardi d’intesa con i compagni. E penso che, sì, la musica è una medicina. Ma è anche un piccolo miracolo che unisce anime, fa commuovere, ballare, affiorare ricordi e fa essere parte di un qualcosa che è davvero per tutti.
Queste 2 foto parlano da sole. Descriverle è quasi superfluo. Non lo faccio perchè le immagini raccontano meglio di qualsiasi parola che potrei aggiungere.